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Celebrazioni

LA CHIESA DI PALU'
 
LA CHIESA DI PALU'



Palù (470 abitanti)

Gli storici sostengono che Palù è più antica di Conselve. Non è il solo nome, Palù maggiore, a dimostrarlo, in quanto maggiormente caratterizzante la generale e primordiale situazione della zona ma anche l'importanza storica che si dà a questo luogo nei tanti documenti antichi.
Ricevuto chissà da chi, quando e come, Marsilio da Carrara donò Palù, in testamento (8 marzo 1338), al Comune di Padova, dal quale, il 30 luglio 1413, per mezzo di Pietro Zabarella, lo acquistò Nicolò II Lazara, primo Vicario di Conselve, sotto la Repubblica Veneta.
Il 10 maggio 1613, il Doge Marcantonio Memmo lo elevò a contea. Già nel 1574 Giovanni VI Lazara vi eresse una chiesa, nei pressi del suo palazzo, dedicata a San Giovanni Battista, con annesso un ospizio che nel 1578 affidò agli Eremiti di S. Agostino di Padova, assieme ad una rilevante dotazione.
Convento e chiesa furono soppressi nel 1768 dalla Serenissima perché mancanti del numero stabilito di religiosi. I beni furono incamerati. Ma alla causa subito intentata dai Lazara, avvenne la restituzione dei beni e la chiesa fu affidata a preti secolari, come mansionari fino al 1899, poi come curati e, dal 1930, come sussidiari di Conselve. Nel settembre 1958 fu dichiarata Monumento Nazionale.
Gli ultimi restauri sono del 1968. All'interno la tela di S. Eurosia fu asportata da ladri notturni nel 1972; don Clemente Bellucco, nativo del luogo, esperto anche in pittura, provvide a ricostruire l'originale del quadro, che si trovava in una delle due cappelle laterali; nell'altra si può ammirare ancora la Madonna della Cintura dipinta nel '700 da Luca di Reggio. Una terza cappella, con cupola ottagonale all'esterno, raccoglie i resti mortali dei Lazara; all'interno la calotta semisferica a tutto sesto, è dipinta con affreschi del '500 ancora ben conservati. Notevoli inoltre le due statue in pietra d'Istria ai lati dell'altare maggiore: S. Agostino e sua madre S. Monica.
Al di fuori, sulla piccola torre merlata (resto di antico castello), ci sono due campane che recano la data 1649 (la piccola), 1730 (la grande, rifusa).
Sulla piazzetta antistante, un tempo (quella di oggi è un rifacimento) si trovava una colonna del XV secolo che sicuramente sosteneva il leone alato di S. Marco, abbattuto poi dalle orde di Napoleone. Sembra che ai piedi di questa colonna venissero giustiziati i delinquenti e i traditori della patria. Finì corrosa dagli anni, nel 1936.
Nel 1959, animatore mons. A. Contiero, arrivò all'inaugurazione una nuova splendida chiesa, accanto alla vecchia, con annessa casa canonica. La curazia fu riconosciuta autonoma nel 1962.


 
SAGRA DEL PALU'

SAGRA DI PALU’, SEME DI RELAZIONE E COMUNITA’
di Roberta Rocelli

L’VIII edizione della Sagra di Palù si è svolta, come di consueto, nel secondo weekend del mese di luglio (11,12,13) 2014 contagiando la frazione di Conselve con un clima di gioia, profumi di tante bontà culinarie e il vociare festoso della comunità.
Potremmo utilizzare questa pagina per raccontarvi quanto accaduto nei giorni di sagra: dalla baby dance, ai laboratori di sperimentazione artistica per ragazzi e adulti, dalle serate musicali alle collaborazione extra – comunità con il Comitato Festeggiamenti di Candiana, la Pro Loco di Arre, gli Scout di Conselve e i giovani della Parrocchia Duomo di Monselice; per passare alla consueta cena della famiglie Alambicco e Anffas Onlus Conselve.
In questo modo, sareste autorizzati a bollarci come coloro che raccontano “la solita storia” e, forse, avreste l’istinto a lasciare da parte questa lettura: poco fondata sulla novità e ancora centrata sulla ripetizione di uno schema più che nella narrazione del contenuto relazionale che certi gesti sanno creare.

Il valore di una sagra non è immediatamente percepibile, è stratificato, chiede di essere codificato.
Per questo, il primo esercizio da fare è osservare e descrivere quel micro-mondo sociale che solo una sagra riesce a creare per la durata di qualche giorno.
Cercare di capire quello che sta accadendo intorno a noi, le mutazioni e le alterazioni rispetto agli anni precedenti e quanto, invece, sta spingendo per conformarsi a forma futura.  Ci sono “carte e pedine” che si rimescolano e quindi sanno impaginare una storia inedita e fresca ogni anno: segni di accelerazione del tempo evidenti che provocano una minore agilità nel servizio e pur sempre una disponibilità d’animo; implicazioni non sempre facili che l’esistenza ci pone e dunque un’esperienza di sagra che si fa parentesi e zona di respiro; frammenti di relazione che migliorano se stessi e quindi un po’ anche il mondo che abitiamo.

E’ probabile che il modo migliore per raccontare la Sagra di Palù, sia quello di collocarsi nel mezzo di questo trama di relazioni e vissuti cogliendone le connessioni e dunque allentando marginalità e periferie personali.
Una sagra non può ripulire vite difficili e non raggiunge in pienezza ogni uomo e donna, ma ha il merito di riunire, recuperare, richiamare attorno ad una causa lodevole più persone che nell’incontro e pure nella fatica del lavoro, trovano l’ingrediente che facilita serenità e pace.
Il weekend a Palù è una frequentazione “rumorosa” e vivace con la finalità di aprire le finestre, dare luce e aria buona: non può essere un’esperienza neutra e passiva, ma una partecipazione che coagula leggera distrazione con impegno sociale.

Quando i nostri occhi procedono dal cuore, si fanno sistemi raffinati di osservazione della realtà più sensibile e profonda dell’altro e sanno comprendere l’animo dell’altro oltre le istanze superficiali e le informazioni di circostanza.
E’ un’operazione notevole, un lavorio faticoso, magari inconsueto per chi ancora guarda alla Sagra come al “solo” tempo di preparazione e somministrazione: l’appuntamento di Palù ha il significato dello scambio, come zona di contatto tra le esistenze e le questioni sociali da cui precede un mondo più giusto e dentro il quale è possibile vivere il valore del dono e del donarsi.

Costruire due comunità alloggio rappresenta un progetto coraggioso – l’abbiamo detto più volte – ma è stato il nostro modo di ascoltare, osservare, comprendere la “comunità” – delle famiglie Alambicco e Anffas in primis  e dei cittadini poi –una rivoluzione sottile che mette al centro del suo operare la gratuità come anticamera al valore più elevato della giustizia e la gratitudine verso un territorio che da sempre ci accompagna e ci sostiene.

Ecco. Questa è la storia della Sagra di Palù.
Una progettazione ogni anno differente, cangiante e in trasformazione perché sintesi delicata e rispettosa di così tante esistenze che aspirano a farsi comunità.

 
 
ORARI DELLE SANTE MESSE: IN DUOMO (FESTIVO ORE 7,30-9,30-11,00-18,30) ( PALU' 9,30) FERIALE 7,00-8,30-16,30-18,30
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