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Madre Severina ripercorre le tappe salienti del suo lungo cammino di vita religiosa nel testimoniare l'amare di Dio. Le abbiamo chiesto: "Che cosa provi ad essere Suora e Canossiana da così tanti anni?"
La riconoscenza al Signore della mia vita è davvero grande. Ogni giorno lo ringrazio perché mi ha fatto un dono molto bello. Sono felice di aver risposto alla sua chiamata 70 anni fa. Sono entrata in convento a Venezia, a 19 anni, il 14 settembre 1944. Ero la maggiore dei miei fratelli. La mia famiglia era "patriarcale", infatti eravamo in trenta. Lavoravamo i campi ed erano molti, ma lo facevamo con sacrificio e con tanto impegno. Io ero la più vecchia dei fratelli. Il tempo del mio fidanzamento con Gesù (i tre anni del Noviziato), l'ho trascorso con gioia e sorpresa. "Dio sorprende sempre". Sono passata in varie comunità per il servizio apostolico alla luce del Carisma di S. Maddalena di Canossa. Nella comunità di Padova, Immacolata, ho lavorato tredici anni e in quella di San Daniele dodici anni. A Bovolenta per nove anni sono stata impegnata nel servizio della Scuola Materna e nella catechesi. Poi eccomi nella comunità di Conselve, dal 1984 a oggi 2014. Per trent'anni a servire il Signore secondo il carisma di Santa Maddalena di Canossa. Ho insegnato nella Scuola dell'Infanzia, accostando i bambini con tanto amore e dedizione specie quelli del primo anno; sapevo che era il primo distacco dalla mamma; li accarezzavo e prendevo in braccio quelli che piangevano più a lungo. Ancora oggi aiuto nella sorveglianza ai piccoli. Catechesi: fin dal mio arrivo a Conselve seguivo tre corsi delle elementari. Alla Domenica pomeriggio andavo in patronato, aperto a tutti, dalle 14,00 alle 19,00 per assistere ragazzi e ragazze, i quali non avendo tante altre alternative di svago erano davvero numerosi. Spesso c'era il teatro e un momento di preghiera alla sera. Ero impegnata anche nella visita agli ammalati dell'ospedale a Conselve, per confortarli nei momenti di dolore e recitare insieme il Rosario. Ancora oggi porto l'Eucaristia agli ammalati che sempre mi attendono con fede; in tanti anni ho percorso quasi tutte le vie del paese. Nei mesi estivi, con altre Madri insegnavamo " 1'ìmparaticcio", cioè il lavoro ad ago, poi uncinetto e il lavoro a ferri. Spesso incontro quelle che ora sono mamme e nonne e mi dicono che al Grest sarebbe bello insegnare alle bambine i lavori di un tempo. Da trent'anni seguo il gruppo dei "Raggi di Sole", ragazzi con disabilità, le loro famiglie e amici che si ritrovano per vivere momenti di incontro con festa e preghiera. Io sono presente come sostegno e aiuti vari nelle necessità fisiche e spirituali. Per me è sempre un arricchimento essere con questo gruppo così speciale.
E i laici e le consorelle che cosa possono dire di Madre Severina? Abbiamo raccolto qualche eco:
È attenta al nostro passaggio nel cortile della scuola, ci sorride con affetto, ha sempre una parola di incoraggiamento e di fede per ognuno di noi. E una suora felice! Anche noi consorelle apprezziamo i doni di umiltà e carità che il Signore le ha concesso. E una persona di preghiera che sa ben dialogare con il Signore riflettendo la pace e la serenità che attinge da Dio. Sa donarsi senza sosta, in silenzio, nei piccoli servizi quotidiani.
Ringraziamo il Signore di avercela donata e le auguriamo di regalarci ancora tanti anni dei suoi sorrisi.
Le Madri Canossiane